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Ciao, sono Eulalia...


di Eulalia
17.11.2024    |    4.382    |    27 9.7
"I nostri vestiti risalgono le cosce e poco dopo sento che con delicatezza mi vengono sfilate le mutandine..."
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„Ciao, sono Eulalia. Volevo ringraziarti dei tuoi commenti ai racconti. Mi fanno molto piacere.”
Esordisco così nel mio messaggio privato dopo aver guardato il profilo scarno di BabyJane, donna che si dichiara singola interessata solo alla lettura di racconti. Però le immagini dicono altro.
È una donna sensuale, che si sa valorizzare e in qualche modo mi assomiglia. Riconosco le tracce della vita sul suo corpo morbido e immagino che faccia impazzire gli uomini con le sue curve.
Ogni volta che scrivo a una donna mi interrogo sulle mie intenzioni, non voglio creare false speranze, del resto nel sottotitolo c’è scritto etero, quindi mi sento al sicuro.
Ci scambiamo qualche battuta sul numero di messaggi che riceviamo, sul fatto che la maggioranza esordisce con una foto del cazzo e che potremmo trovarci a fare “ce l’ho, non ce l’ho” con le figurine.
Nei suoi commenti avevo percepito una certa ammirata malinconia, ma non voglio forzarla a confidenze, per quanto io sia curiosissima.
Al terzo giorno di chat mi chiede se ho davvero incontrato qualcuno dei millemila amici che ho sul profilo. La stragrande maggioranza dei miei amici sul sito sono persone che vogliono la notifica quando pubblico un racconto, e aggiungo cautamente che alcuni li ho anche incontrati.
“E com’è?” arriva sparata la sua domanda.
Decido per la verità.
“È divertente incontrare uomini. Ce ne sono certi che ti fanno arrivare già bagnata all’incontro, altri che sembra prendano appuntamento dal dentista, ma poi si rivelano molto prestanti e altri ancora con cui non scatta nulla.”
“Qualche brutta esperienza?”
È curiosa, molto curiosa. Curiosa come chi è pronta a fare il salto.
“Veramente brutta o pericolosa no, ma alcune volte sono stata delusa. Niente di male, perché mi sono sempre rifatta. Hai voglia di chiacchierare di persona? Ci beviamo un caffè? Così possiamo raccontarci le cose per bene.”
Abitiamo lontano, ma per una favorevole circostanza lei e il marito avevano già prenotato una vacanza dalle mie parti.
Rimaneva solo come introdurmi nella sua vita, data la sua clandestinità sul sito. Decidiamo che l’iscrizione al mio gruppo di lettura è un buon pretesto, per poi spiegare al marito la presenza di questa donna sconosciuta.
In questo modo iniziamo anche a sentirci al telefono. Mi piace la sua voce mentre mi racconta del suo matrimonio, dell’assenza di sesso di cui si è pentita, della voglia di cose nuove che si è fermata all’acquisto di un dildo e di biancheria intima. A mia volta le racconto la mia storia in qualche modo simile, che ha saltato a piè pari il dildo e giochini vari, per passare ai cazzi veri, che, diciamolo, mi piacciono parecchio.

Ci troviamo nella hall del loro albergo, non capisco perché sono emozionata. Deve essere il mostrarmi di persona dopo tutte le confidenze che ci siamo fatte. Lei è Margherita, ci stringiamo la mano, una presa morbida, ma sicura. C’è anche il marito Gigi, che non sembra così disinteressato da come fissa la mia scollatura.
“Vi lascio sole a chiacchierare delle vostre letture.” Si gira e se ne va.
Mi scappa: “Ha un bel culo però.” E subito mi scuso. Non vorrei mai che Margherita pensasse che le voglio scopare il marito sotto al naso. Per quanto riesca ad immaginarmelo bene come un torello scatenato nella situazione giusta. Ma lei non è permalosa, anzi iniziamo a parlare di cosa piace a me, cosa piace a lei degli uomini. Inevitabilmente si scende nei dettagli, e ormai stiamo parlando appiccicate per non farci sentire dagli altri ospiti dell’albergo. Ha un buon profumo e l’annuserei lungo il collo, ma non credo di potermi prendere questa confidenza: di fatto a tutte e due piace il cazzo.
E così fra una chiacchiera e l’altra il tempo vola.
“Scusami, Alberta.” Mi dice a metà discorso. “Io ho prenotato il bagno turco dell’albergo e adesso ci dovrei proprio andare altrimenti perdo il mio turno, però non voglio nemmeno smettere di chiacchierare con te anche perché avrei una richiesta da farti. Quindi ti andrebbe di venire con me? Tanto non ti serve nulla e gli asciugamani li fornisce l’albergo.”
Mi prende in contropiede. È un’avance?
Mi pareva così timida e riservata sotto questo aspetto.
Oppure è davvero sincera?
Accetto.
In camera sua ci spogliamo dandoci la schiena, ne sono contenta perché altrimenti avrebbe visto le mie mutandine inspiegabilmente bagnate.
Avvolte nei teli di spugna ci aiutiamo a farci i turbanti per salvaguardare i capelli e siamo pronte per il bagno turco.
Durante il tragitto nei corridoi ridiamo come due ragazzine eccitate e mi rendo conto che qualcosa bolle in pentola.
Sedute nude, fianco a fianco nascoste dal vapore, ci manca per un momento la parola.
La guardo.
Ha un seno prosperoso come il mio, un po’ di pancetta come me, le cosce ben tornite che fanno il paio con le mie. So di essere etero, ma vorrei tanto vedere se porta la fica come me, se anche lei è bagnata e non solo di vapore.
“Ti devo chiedere una cosa” annuisco e continua “Vorrei tanto scopare con un altro uomo che non sia mio marito, ma ho paura di non saper scegliere, di rimanere delusa, di morire d’imbarazzo davanti ad un estraneo.”
“Ma no, vedrai che non è così. Anche per me, la prima volta che mi sono rimessa in gioco è stata difficile, ma dopo il primo bacio sono stata travolta dalla passione.” La consolo.
“Non hai capito. Io vorrei che tu mi trovassi un uomo adatto alle circostanze, uno dei tuoi, e mi ci accompagnassi, così se cambio idea non sono sola.”
Mi parte un film in testa, la fica vive di vita propria, la voglia di scopare mi esplode in testa solo perché per un istante ho pensato alla reazione del fortunato a cui avrei presentato Margherita. Marco è quello giusto, tenero e delicato nei preliminari per poi sbatterti esigente ed egoista come l’ultima troia sulla faccia della terra e finire con i mille baci distribuiti sul corpo spossato.
“Ma deve succedere in questi dieci giorni, dopo non ne avrò più occasione.” Aggiunge
Persa nei miei pensieri rispondo “Ma certo!” Speriamo che non senta l’odore di sesso bagnato che sento io.
“Grazie” dice e la sua bocca si appoggia alla mia spalla deponendo un timido bacio.
Mi volto sorpresa “Ma ti piacciono le donne?”
“No, ma mi piaci tu.”
Non resisto a quella bocca morbida, la sfioro solo con la punta della lingua come per assaggiare. Non mi basta e lo rifaccio, mi risponde affondando la sua nella mia bocca.
Non so cosa mi prende, ma la mia mano si fa strada fra le sue cosce. Con un dito indago il suo monte di venere, come il mio: solo un ciuffetto bagnato sopra al clitoride.
Le scappa un sospiro mentre bacia il mio collo, morde la mia spalla facendomi impazzire e sussurra “A noi piacciono i cazzi, vero?”
“Si, solo cazzi, tanti, duri e resistenti.”
“Allora se è così, ti faccio vedere come godo quando sono sola.” Due dita improvvise squarciano la mia fica bagnata e cedevole. Non aspettavo altro e ricambio scivolando a mia volta nella sua. I seni premono gli uni contro gli altri e le gambe si accavallano.
Non capisco come succede, fra mani e baci, godiamo.
“Mio marito dovrebbe raggiungerci!” ci sistemiamo, ma prima sfioro con un bacio i suoi capezzoli.
Dieci minuti, i più intensi della mia vita.

Appena usciamo dall’area wellness, scrivo un messaggio a Marco con la mia proposta e come mi aspettavo lui è entusiasta. Domani pomeriggio è libero e ospitale, depilato e arrapato e ci aspetta con gioia.
Prima di andarmene propongo a Margherita e Gigi un giro che comprende la mia libreria e la mia biblioteca preferita con una fermata da un antiquario specializzato in prime edizioni e libri antichi.
Margherita, che ha mangiato la foglia, non vede l’ora di fare questa gita, Gigi al contrario preferisce fare un giro in mountain bike “Tanto a te, Marghi, la bici non piace e a me dei libri non me ne frega niente.”
Mi pare giusto.

Alle 13.00 Margherita sale nella mia macchina, scarpa con tacco da letto, vestitino semplice e leggero che si increspa sui pizzi del reggiseno.
Molto formalmente ci baciamo sulla guancia e appena metto in moto la macchina si informa se davvero andiamo a scopare.
“Si certo, andiamo da Marco, così se tu ti tiri indietro almeno mi diverto io.” Le rispondo ridendo.

Lungo il tragitto ci comportiamo molto bene. Le illustro il paesaggio, qualche nome di montagne, due o tre leggende locali, e ovviamente scivoliamo sulle specialità culinarie. Ci scopriamo entrambe due buone forchette.
Le parole scorrono e sembriamo davvero solo in gita, fin quando non parcheggio davanti al condominio di Marco. È ora di scendere.
Margherita mi fa gli occhioni come se la portassi al macello. Mi chiede se va bene come è vestita? Come sono sotto io? E piacerà a Marco? E se non gli dovesse piacere?
“Tesoro, per prima cosa lui deve piacere a te e poi vediamo cosa ne pensa lui.”

In ascensore quasi si storce una caviglia dall’agitazione, tanto che arriviamo a braccetto davanti alla porta.
Marco è raggiante.
Ci saluta molto educatamente e ci offre immediatamente un bicchiere di vino.
Il nervosismo di Margherita è palpabile e allo stesso tempo molto sexy. Vien voglia di baciarla.
Seduta di fianco a me sul divano arrossisce e balbetta.
Marco si allontana un momento per una telefonata e le chiedo subito se lui è di suo gradimento.
“Si, è molto imbarazzante, sono già bagnata fradicia.”
“Ma va” le dico io
Divarica le gambe “Senti! Tanto per te non ho segreti!”
Le mutandine sono da strizzare e appena la sfioro mugola. Per farla tacere la bacio.
In un istante ci perdiamo e non riusciamo a smettere.
I nostri vestiti risalgono le cosce e poco dopo sento che con delicatezza mi vengono sfilate le mutandine.
È Marco in ginocchio davanti a noi.
Ci capiamo al volo e assieme spogliamo Margherita che ormai è partita per la tangente.
La baciamo assieme, lecchiamo il suo meraviglioso corpo, prendiamo un capezzolo a testa.
“Ma tu non eri etero convinta?”
“Si certo” mentre roteo il dito insalivato sul clitoride di Margherita “Adoro il cazzo e nient’altro che il cazzo.”
“Capisco” ribadisce Marco. “Allora sarà il caso di cambiare, zoccola!”
A questo tono la mia fica diventa liquida.
“Per prima cosa facciamo vedere alla tua amichetta come mi piace sbattere quelle come te!”
Alle mie spalle e senza preavviso mi sbatte tutto il cazzo in fica strappandomi un urlo di piacere.
“E tu apritela, così senti come te la lecca bene l’Alberta mentre la pompo!”
Tirandomi per i capelli appoggia la mia bocca sulla fessura bagnata.
“Ma guarda queste due troie, come si divertono!”
Margherita non fa alto che godere, il suo sapore dolce mi riempie la bocca mentre vengo anch’io grufolando fra le sue cosce.
Ho fatto bene a scegliere Marco, per tutto il pomeriggio il suo cazzo si alterna fra di noi senza tralasciare nulla e nemmeno mi immaginavo come fosse bello farsela succhiare da una donna che viene inculata per la prima volta.
Verso le sei siamo esausti e felici.
Marco rimane direttamente a letto, probabilmente non è più in grado di intendere e volere dopo il pompino a due bocche che gli abbiamo fatto, e noi due, complici come non mai, continuiamo a baciarci mentre ci rivestiamo di fretta.
Fra nemmeno un’ora dobbiamo essere a cena col marito di Margherita e abbiamo ancora un pezzo di strada da fare.
In macchina Margherita se la ride tutta rilassata.
Mi da un pizzicotto sulla coscia e ribadisce con sguardo malizioso che a noi piace il cazzo e basta.
Eccerto, ribadisco io che il sapore della sua fica certo non me lo scordo.
Siamo quasi all’albergo che “Avrei ancora una cosa da chiederti.”
Rallento un po’.
“Mi è piaciuto davvero tanto oggi, ma ho la coscienza un po’ sporca.”
“Non ti preoccupare, nel baule ho dei libri nuovi. Tuo marito non ci beccherà mai.”
“Non è questo. È che Gigi ha davvero un cazzo notevole, abbiamo sempre fatto l’amore, tranne questo ultimo lungo periodo, ma non mi ha mai scopato davvero. Mi aiuti a trovare una soluzione?”
E no, cazzo no, anche la consulente matrimoniale.
Questo davvero è troppo.
Un conto è andare assieme all’avventura, ma ricostruire un rapporto traballante.
E poi come si fa a indurre un uomo a scopare la propria moglie?

Gigi ci aspetta nella hall.
Millantiamo di dover portare i sacchetti dei libri in camera, ma la verità è che dobbiamo farci una doccia veloce per levarci l’odore di sesso che emaniamo.
Appena in camera, per fare prima ci buttiamo in doccia assieme.
E Margherita come un disco rotto continua ad insistere e a ripetere che la devo aiutare, e mentre lo dice passa le mani sul mio corpo e mi bacia.
Mi innervosisce davvero, ma allo stesso tempo questo pomiciare sotto l’acqua mi placa e mi eccita.

“In che cosa dovresti aiutare mia moglie? A dirmi che è diventata lesbica?” Gigi ci guarda dalla soglia del bagno, lo sguardo arrabbiato e scandalizzato.
Ecco, adesso scatta pure la tragedia famigliare. Ma in quale pasticcio sono andata a ficcarmi?
Margherita farfuglia una serie di “Non è come credi. Cerca di capire. Non facciamo scenate” e via dicendo. A cui lui risponde con tutto il repertorio classico “Che cretino che sono! E io che mi fidavo! Invece pure l’amica zoccola! Chissà da quanto tempo me la fai sotto al naso!” in un crescendo di volume da tragedia greca.
Noto però che il suo cazzo sta benissimo, preme prepotente contro i pantaloni, e deve pure essere una bella misura dai contorni.
Lui si avvicina minaccioso e decido di giocarmi il tutto per tutto appoggiandogli una mano sulla patta “Sei un bel ipocrita anche tu!”
Me la riempie proprio bene la mano questo diametro notevole, e mi rendo conto che dopo la doccia un giro di cazzo ci starebbe divinamente.
“Comunque” lo informo “noi non siamo lesbiche, ci piacciono i maschi, tantissimo. Se vuoi te lo faccio vedere.”
In men che non si dica sono in ginocchio davanti a lui che mi imbocco questo tronco.
Margherita non è da meno.
Gli massaggia i testicoli.
“Vedi, amore, è l’Alberta che è un po’ troia. Pensavo che volesse solo rinfrescarsi per la cena e invece mi ha messo le mani addosso. Vedi ben come ti succhia il cazzo, si capisce proprio che è una gran zoccola di pochi scrupoli.”
Questa me la paga la Margherita, per quanto devo ammettere che è abilissima a girare la frittata.
E per dirla tutta ho la netta sensazione che Gigi stia molto apprezzando la situazione.
“Adesso basta Alberta, dobbiamo scendere a cena, abbiamo il tavolo prenotato.”
A malavoglia libero la cappella con un sensuale plop.
“Senti Margherita, non può scendere con palo così fra le gambe. Lo capisci anche tu, no? Girati, dai, e appoggiati al lavandino, altrimenti me lo scopo io.”
Ci capiamo al volo, lei si mette in posizione e adesso posso vendicarmi.
Gigi è ipnotizzato dal culo di sua moglie che gli divarico sotto agli occhi, la fica che riluce di eccitazione quasi lo abbaglia.
Con un dito spalmo tutto questa umidità nella fessura del culo.
In questo minibagno d’albergo ci vuole davvero poco che il cazzo si appoggi nel posto giusto, lo direziono correttamente e gli sussurro all’orecchio “La vera troia vogliosa di cazzo è tua moglie, e al posto tuo la punirei.”
Mi lancia uno sguardo spiritato, posiziona le mani sui fianchi della moglie e con un'unica, arrabbiata e potente spinta le sfonda il culo.
L’urlo di Margherita è il carburante delle sue stoccate impietose.
“Sei una puttana, e ti sfondo come una puttana e non smetto finché non ti sento godere, troia che non sei altro.”
È incontrollabile, un toro infuriato che entra ed esce senza soluzione di continuità accompagnato da un orgasmo devastante di Margherita.
Quanto avrei voluto rimanerci sotto io. Ma pazienza, il tavolo per la cena è prenotato e mi accontento di una leccatina al cazzo dopo che Gigi ha inondato sua moglie.

Decido di non rimanere a cena, gli occhi a cuoricino di questi due un po’ mi ributtano, un po’ mi fanno invidia.
Do un’occhiata alla famosa piattaforma: stasera sono da incontro conoscitivo.
Scrivo un messaggio e invio…


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